La nascita del Consorzio e la costruzione della strada
Durante gli anni Sessanta le nostre località agricole montane subirono un generale abbandono dovuto al boom edilizio in atto in quel periodo, che spingeva giovani e meno giovani a preferire alla tradizionale attività agropastorale nuove professioni più remunerative. Il fenomeno interessò anche Aleccio e i suoi dintorni, in particolar modo per la difficoltà di raggiungere questi alpeggi.
Fu allora che un gruppo di crodesi cominciò a pensare all’utilità di costruire una pista trattorabile che collegasse il paese con quei luoghi in forte stato di abbandono.
Con questo obiettivo nell’autunno del 1969 si diede avvio ai lavori per la costruzione di una strada. Grazie alla concessione gratuita da parte della ditta Maffioli di una pala meccanica, una Fiat FL8, in breve ne fu realizzato un primo tratto che da Maglioggio arrivava fino alla località diga delle Valli, fermandosi di fronte all’ostacolo del superamento del rio Antolina.
I lavori proseguirono l’anno successivo: superato con un guado il rio Antolina, si arrivò con la strada fino all’inizio dei prati di Aleccio, in località Croppo.
A questo punto era indispensabile sancire con un atto ufficiale la nuova attività del gruppo e così il 14 febbraio 1971 davanti al notaio Gabriele Lincio di Domodossola venne costituito il
CONSORZIO OPERE AGRARI E MAGLIOGGIO-ALECCIO-CRAVARIOLA
in Comune di Crodo.
Presidente fu nominato Tito Panziera, coadiuvato da Romeo Antonini (vicepresidente) e Giovanni Rapetti (segretario), mentre il gruppo dei consiglieri era composto da Renzo Pesenti, Agostino Faletti, Ugo Dora, Oreste Locatelli e Giovanni Minetti.
In questo primo periodo le difficolta del neonato Consorzio erano più di natura economica che burocratica. Per la costruzione della strada, per esempio, non fu necessaria la stesura di una bozza di progetto, ma basto ottenere l’autorizzazione dei proprietari dei terreni interessati al passaggio. Sul piano economico, invece, la scarsità dei contributi pubblici e la modesta disponibilità dei soci proprietari rendevano molto difficoltosa la realizzazione di qualsiasi intervento, difficolta che potevano essere superate nella maggior parte dei casi solo grazie alla prestazione totalmente gratuita delta manodopera da parte dei soci.
Fin dal primo anno della sua costituzione, potendo ora contare sulle prime disponibilità finanziarie derivate dall’autotassazione dei soci e su ben due pale meccaniche, una della ditta Moro di Crodo e un’altra della ditta Cesare Toma di Masera, i membri del Consorzio decisero innanzitutto di provvedere a una sistemazione della strada. II tratto già realizzato infatti presentava, probabilmente anche a causa delta citata mancanza di un vero e proprio progetto, alcuni punti molto critici da superare, o per ii fondo dissestato o per l’eccessiva pendenza.
A questo punto i lavori della strada subirono una prima interruzione di un paio d’anni, ma quanto fatto fino ad allora aveva ottenuto l’effetto sperato: consentiva ai primi trattori e a qualche jeep di arrivare fin nei pressi di Aleccio e di conseguenza erano cominciate anche le prime ristrutturazioni delle baite esistenti e la stesura dei primi progetti per la costruzione di nuove seconde case.
Nel 1976 in occasione del primo rinnovo del direttivo nuove persone entrarono a far parte del Consorzio. Tra queste vi erano i fratelli Allegri, i quali misero a disposizione la propria pala meccanica. Con essa venne realizzato un nuovo tratto di strada fino a raggiungere il cuore di Aleccio, cioè l’area dove ora sorge la chiesetta, e si provvedette alla sistemazione parziale del tratto già realizzato in precedenza.
La realizzazione dell’acquedotto
Come accennato, la possibilità di raggiungere Aleccio con dei mezzi motorizzati aveva stimolato la ristrutturazione delle vecchie baite e la costruzione di nuove case, attività che proseguivano ormai a pieno ritmo.
Ciò tuttavia fece subito emergere un grosso problema, quello della scarsità d’acqua in zona. L’obsoleto e modesto acquedotto comunale presente si rivelò infatti ben presto del tutto insufficiente per le nuove necessità.
In quegli anni Aleccio era ancora in appalto da alcuni allevatori, fra cui il cavalier Silvio Fobelli, già sindaco di Crodo e presidente della locale Comunità Montana. Grazie al suo interessamento il Consorzio ottenne un primo contributo pubblico di sei milioni di lire. All’interno del direttivo si aprì dunque la discussione sul modo migliore di impiegare i soldi stanziati e tutti furono concordi che era l’occasione per provvedere alla realizzazione dell’acquedotto.
Innanzitutto si trattava di decidere dove andare a prendere l’acqua. Il problema era reso più spinoso dal fatto che nell’alpeggio di Aleccio come negli immediati dintorni manca di fatto una vera sor gente e l’acqua che vi si trova è perlopiù di origine colaticcia. La miglior sorgente in zona venne individuata a 2300 m di quota salendo verso la Forcoletta, in prossimità della località Sasso del Dia volo, a circa 3 km da Aleccio.
Fu così che nell’estate del 1977 si misero a punto i preparativi per la realizzazione dell’opera.
Si cominciò con l’acquisto dei tubi in polietilene e la costruzione delle vasche di depressione. C’era tuttavia il serio problema di come trasportare tutto il materiale sul posto e non si tardò a capire che l’unica alternativa possibile era l’utilizzo di un elicottero. In quegli anni esisteva una sola ditta che faceva questo tipo di trasporti, con sede in Valle d’Aosta. Essa venne subito contattata per un preventivo e fu poi siglato un accordo.
All’inizio di agosto tutto era pronto per dare il via all’opera. Con un unico problema…I soldi del contributo coprivano a malapena i costi per l’acquisto del materiale e il trasporto, e così fu necessario fare appello ancora una volta alla buona volontà dei soci.
Per sfruttare al meglio la disponibilità di tempo delle persone che avrebbero partecipato ai lavori, si decise di svolgere i lavori nel periodo di Ferragosto. Tito Panziera, allora presidente del Consorzio nonché proprietario di una piccola impresa edile, si accollò l’onere della realizzazione del bacino di presa, mentre i rimanenti membri del direttivo e molti altri soci coinvolsero nell’impresa famigliari, colleghi e amici, i quali insieme contribuirono ai necessari lavori di sterro e di posa dei tubi. Per un giorno intero l’elicottero fece la spola tra Foppiano, sul versante opposto della valle, dove era stato temporaneamente depositato il materiale in quanto la località era già raggiunta da una strada asfaltata, e Aleccio.
Dopo appena dieci giorni dall’inizio dei lavori l’acqua arrivava nei pressi dell’attuale bacino di Aleccio, a fianco dell’attuale chiesetta, tra l’incredulità di alcuni degli stessi soci, che avevano nutrito forti dubbi sulla possibilità che l’opera potesse venire portata a termine, e la piena soddisfazione di chi aveva contribuito a realizzarla.
Ora c’era solo da provvedere alla costruzione di un bacino di scorta e alla distribuzione dell’acqua nelle varie zone di Aleccio. Come bacino fu usata per un paio d’anni una piccola cisterna, mentre la posa dei primi tratti di tubature, una che servisse la parte destra e un’altra la sinistra dei piani di Aleccio, fu a carico dei proprietari delle zone interessate.
Per l’occasione, e in segno di ringraziamento, alcuni soci costruirono ed eressero sul posto una grossa croce, che ancora oggi svetta nel prato antistante la nuova chiesetta. Ai suoi piedi il4 settembre 1977 fu celebrata la S. Messa seguita dalla prima festa di Aleccio.
La realizzazione della nuova pista con accesso da Crego
Gli anni Ottanta videro il Consorzio impegnato nella continua attività di sistemazione e miglioramento della strada e nel prosegui mento della rete dell’acquedotto.
Nel 1979 fu realizzato il primo ponte sul rio Antolina, in località Le Valli. In questo modo veniva finalmente eliminato il guado e tutti i problemi che spesso comportava.
Un ulteriore intervento sostanziale si ebbe nel 1987, quando venne tracciato il nuovo troncone di strada che salendo dalla fra zione di Crego, nel Comune di Premia, dopo aver servito alcune località montane di quel Comune in località le Quartine si congiunge con la strada che sale da Maglioggio. Tale opera fu realizzata in gran parte a spese della Comunità Montana e del Comune di Premia, che affidarono la gestione e l’esecuzione dei lavori a un consorzio appositamente costituito a Premia. A seguito del nuovo collegamento stradale, in data 21 maggio 1987, con atto notarile a rogito notaio Valerio Poggia, il nostro Consorzio venne allargato a comprendere anche gli alpeggi di quel Comune, e assunse perciò la nuova, attuale denominazione:
CONSORZIO OPERE AGRARI E MAGLIOGGIO-ALECCIO-CRAVARIOLA
in Comune di Crodo CREGO-OLMO e dintorni in Comune di Premia
Parallelamente fu necessaria la stesura di un nuovo statuto.
L’alluvione del 1987
Il 24 agosto 1987, dopo alcuni giorni di piogge torrenziali, una terribile alluvione provoca ingenti devastazioni in tutta l’Ossola, e naturalmente anche la zona di Aleccio ne è ampiamente interessata. Il ponte da poco costruito sul rio Antolina viene spazzato via e stessa sorte subisce la strada: dilavata dall’acqua e dal fango, essa frana in vari punti, tanto nel tratto che sale da Maglioggio quanto in quello che sale da Crego, e diviene sostanzialmente impraticabile. Anche i tubi dell’acquedotto subiscono dei danni, spezzandosi in un paio di punti, e il bacino di presa è reso pericolante.
Un vero disastro!
Fortunatamente sia i Comuni di Crodo e Premia sia la Comunità Montana diedero il proprio contributo, mettendo a disposizione alcune macchine di movimento terra con le quali, una volta sistemate le strade principali del fondovalle, si provvide a una somma ria sistemazione anche della nostra strada consortile.
Rimaneva il problema del ponte sul rio Antolina. Grazie all’interessamento delle autorità locali un nuovo ma provvisorio ponte Bailey del genio militare permise il ripristino del transito. Esso rimase in uso fino a quando il Comune di Crodo ottenne un contri buto specifico per la realizzazione dell’attuale ponte in ferro (primi anni Novanta).
Nel frattempo il Consorzio, sempre con opere di volontariato, provvide al ripristino dell’acquedotto e all’ulteriore sistemazione della strada.
Grazie all’interessamento di politici locali, negli anni successivi cominciarono fortunatamente ad arrivare i primi importanti contributi. Con essi si poté innanzitutto asfaltare qualche tratto di strada, operazione che fu poi portata avanti negli anni sia avvalendosi di offerte di alcuni soci e di enti vari, sia con il ricavato dell’autotassazione e con gli introiti della festa annuale.
La costruzione della chiesetta
Il 26 aprile del 1989, dopo le dimissioni del presidente del Consorzio Romeo Moro in carica dal 1987, venne costituito un nuovo direttivo con Luciano Allegri come presidente, Giovanni Testori vicepresidente e Sergio Testori segretario. Ciò portò una nuova, positiva ventata di entusiasmo e inaugurò una stagione di impor tanti realizzazioni che portarono alla piena valorizzazione dell’alpe Aleccio.
Come accennato, la prima festa di Aleccio fu celebrata il 4 settembre del 1977, al termine dei lavori di realizzazione dell’acque dotto. Da allora la festa e la S. Messa presso la croce di legno che ancor oggi svetta sopra un grosso masso nello spiazzo antistante
la chiesetta sono divenute un appuntamento fisso della terza domenica di agosto.
Già dalla metà degli anni Ottanta, tuttavia, si era avvertita la mancanza in Aleccio di una cappella o una chiesetta e l’argomento fu dunque messo all’ordine del giorno in alcune riunioni del nuovo direttivo. C’era innanzitutto il problema di trovare un lotto di ter reno adatto allo scopo e in secondo luogo si trattava di stabilire che tipo di struttura erigere.
Nel 1989, in occasione dell’annuale festa campestre di Aleccio, il sig. Dorino De Gaudenzi dava la sua disponibilità a cedere a titolo gratuito al Consorzio un lotto di terreno utile alla edificazione di una chiesetta alpina, assieme all’area su cui già sorgeva il bacino dell’acqua. Il Consorzio si fece carico di tutte le spese notarili e dei relativi frazionamenti.
Una volta steso il progetto da parte del geometra Ferruccio Bar betta, socio e membro del direttivo, si trattava di ottenere i per messi per i lavori e soprattutto di provvedere a una bonifica del terreno, piuttosto paludoso. Nel 1991tutto era pronto, ma i soldi a disposizione (circa 1.800.000 lire) erano insufficienti. Si decise allora di chiedere a vari enti e anche ai soci un contributo volontario. In breve venne raccolta una cifra superiore a ogni più rosea aspettativa e così nel mese di luglio si poté finalmente partire. I lavori, coordinati dal nuovo presidente, procedettero spediti e appena un mese più tardi la struttura era al tetto.
Il 18 agosto 1991 fu così celebrata la Messa di consacrazione della chiesetta.
Seguì come di consueto l’incanto delle offerte e, con stupore e gran soddisfazione degli organizzatori, a conti fatti si constatò che l’incasso della festa e le offerte elargite prima e durante i festeggiamenti coprivano completamente le spese sostenute per la realizzazione della chiesa.
Restava da decidere a chi dedicare la cappella e si pensò a Cristo Risorto. Occorreva a questo punto realizzare un’immagine che lo raffigurasse. Per caso si venne a conoscenza di una scuola musiva di Montepulciano, in Toscana: è opera dei suoi allievi il mosaico che ancor oggi si può ammirare dietro l’altare, realizzato nelle dimensioni richieste e su immagine fornita dallo stesso Consorzio. L’opera venne benedetta in occasione della festa dell’anno 1992.
La chiesa è oggi abbellita anche da una pregevole opera scultorea in legno realizzata e donata da Giovanni Rapetti, con una raffigurazione dell’alpeggio di Aleccio.
Ultimata la chiesetta, non restava che risanare il bacino dell’acquedotto che sorgeva al suo fianco, ancora completamente in cemento armato e perciò in forte contrasto estetico con la chiesetta. Ottenuti i relativi permessi, nel 1993 si decise allora di rivestirlo in pietra e di ampliare il fabbricato con una sopraelevazione, in modo da avere un locale che fungesse da deposito per il materiale necessario alla festa annuale e potesse essere utilizzato come cucina durante la stessa festa.
Intanto, la tradizionale festa campestre attirava ogni anno sempre più persone e si rese perciò indispensabile ampliare il piazzale antistante il bacino e la chiesa e dotare l’area di servizi igienici.
L’arrivo dell’energia elettrica e i lavori più recenti
Numerosi altri lavori hanno caratterizzato la vita del Consorzio negli anni successivi.
Nel 1995 venne realizzato l’ultimo tratto di strada che dalla chiesetta di Aleccio sale fino alle località Pizzo e Colla, da dove parte la mulattiera che porta ai passi della Forcoletta e di Fria e quindi all’alpe Cravariola e alla Svizzera.
L’anno successivo venne aperta la variante stradale che par tendo da Salera attraversa tutti gli alpeggi a nord di Aleccio, in direzione di Bee, fermandosi al bordo del vallone di Bronzo. L’opera, eseguita in quattro lotti, è stata in parte finanziata con un contributo a fondo perso della Provincia del VCO-Assessorato all’Agricoltura. Questo tratto è tuttora in terra battuta, ma si spera negli anni a venire di poterlo meglio sistemare con la posa di asfalto.
Alla fine degli anni Novanta si venne a conoscenza di una legge che incentivava l’elettrificazione delle località rurali montane: era una buona occasione per portare la corrente elettrica anche in Aleccio. Il Consorzio si attivò immediatamente, interpellando i proprietari delle baite per saggiare il loro interesse riguardo alla cosa e inoltrando parallelamente una richiesta in tal senso all’Enel. Tra progetti vari e le immancabili lungaggini burocratiche, l’iter durò alcuni anni e, sebbene inizialmente soltanto cinque proprietari si mostrarono favorevoli alla proposta versando quanto richiesto dal l’Enel per l’allacciamento alla rete, nell’autunno del 2003 venne finalmente accesa la prima lampadina elettrica in Aleccio.
C’era voluto del tempo, ma anche questa era fatta.
Da allora, molte altre utenze si sono via via aggiunte e chiunque oggi in Aleccio può godere di tutti quei confort che senza l’elettricità non sarebbero possibili.
Tra le opere realizzate più recentemente vanno ricordati la piccola variante lungo la pista che sale da Crego (2010), che ha permesso di eliminare un tratto di strada che soprattutto in occasione delle gelate invernali diventava molto pericoloso a causa del canale che lo fiancheggia, e l’ampliamento del bacino di raccolta dell’acqua, accompagnato dalla realizzazione al suo fianco di un locale da adibire a magazzino (2011).
I numerosi servizi che in anni di lavoro e dedizione il Consorzio ha saputo mettere in piedi – viabilità, acqua potabile, corrente elettrica …- hanno contribuito in maniera determinante a valorizzare l’alpe Aleccio e suoi dintorni, tanto che parecchie persone anche del Varesotto e del Milanese sono state attratte dalla bellezza e tranquillità del luogo: dopo aver acquistato casali abbandonati e fatiscenti, costoro hanno provveduto a ristrutturarli, realizzando delle belle residenze per i fine settimana e le ferie estive. Integratisi appieno con gli abitanti del posto, anch’essi oggi partecipano alle varie iniziative del Consorzio sostenendo le con il loro generoso contributo.